sabato 18 febbraio 2012

AI MEDICI SPECIALIZZANDI '83 '91 SPETTANO I RIMBORSI.

LO HA STABILITO LA CASSAZIONE CIVILE.

Cass. civ. Sez. III, Sent., 27-01-2012, n. 1182Pres.: Morelli; Rel.: Travaglino In caso di omessa o tardiva trasposizione da parte del legislatore italiano nel termine prescritto delle direttive comunitarie (nella specie, le direttive n. 75/362/CEE e n. 82/76/CEE, non autoesecutive, in tema di retribuzione della formazione dei medici specializzandi) sorge, conformemente ai principi più volte affermati dalla Corte di Giustizia, il diritto degli interessati al risarcimento dei danni che va ricondotto anche a prescindere dall'esistenza di uno specifico intervento legislativo accompagnato da una previsione risarcitoria - allo schema della responsabilità per inadempimento dell'obbligazione ex lege dello Stato, di natura indennitaria per attività non antigiuridica, dovendosi ritenere che la condotta dello Stato inadempiente sia suscettibile di essere qualificata come antigiuridica nell'ordinamento comunitario ma non anche alla stregua dell'ordinamento interno. Ne consegue che il relativo risarcimento, avente natura di credito di valore, non è subordinato alla sussistenza del dolo o della colpa e deve essere determinato, con i mezzi offerti dall'ordinamento interno, in modo da assicurare al danneggiato un'idonea compensazione della perdita subita in ragione del ritardo oggettivamente apprezzabile, restando assoggettata la pretesa risarcitoria, in quanto diretta all'adempimento di una obbligazione ex lege riconducibile all'area della responsabilità contrattuale, all'ordinario termine decennale di prescrizione.Quanto al dies a quo dell'exordium praescriptionis del diritto vantato dai medici specializzati, questa corte, con la recente sentenza n. 18041 del 2011, ha argomentatamente precisato che esso va senz'altro collocato alla data di entrata in vigore della L. n. 370 del 1999, ritenendo legittima l'inerzia precedente a tale data da parte degli aventi diritto.Con riferimento al quantum debeatur, al giudice è demandato il compito di quantificare il peculiare diritto indennitario/(para)risarcitorio spettante al medico specializzando, quantificazione che non potrà che avvenire sul piano equitativo, secondo canoni di parità di trattamento per situazioni analoghe.Parametro di riferimento per il giudice territoriale sarà costituito dalle indicazioni contenute nella L. 19 ottobre 1999, n. 370, con la quale lo Stato italiano ha ritenuto di procedere ad un sostanziale atto di adempimento parziale soggettivo nei confronti di tutte le categorie astratte in relazione alle quali, dopo il 31 dicembre 1982, si erano potute verificare le condizioni fattuali idonee a dare luogo all'acquisizione dei diritti previsti dalle direttive comunitarie, e che non risultavano considerate dal D.Lgs. del 1991.Dovrà tuttavia tenersi conto che l'impossibilità di frequentazione di una scuola di specializzazione in conformità della direttiva è stata conseguenza dell'inadempimento del legislatore italiano.La circostanza pacifica che i medici avessero, nel periodo di ritardata attuazione della direttiva, frequentato le scuole di specializzazione come allora organizzate lascia presumere, quantomeno in linea teorica, che essi le avrebbero frequentate anche nel diverso regime conforme alle prescrizioni comunitarie.I medici specializzandi non possono in alcun modo ritenersi onerati della prova di non aver percepito, durante il periodo di formazione, altre remunerazioni professionali ovvero di non essere titolare di altre borse di studio, trattandosi di circostanze eventualmente rilevanti a titolo di aliunde perceptum, con onere della prova a carico del soggetto inadempiente.

lunedì 7 dicembre 2009

TUCKER

Sentenza Tucker: oltre11 anni ad Eusebi e 10 alla moglie
Mirco Eusebi, per la vicenda del tubo Tucker, è stato condannato a 11 anni e 4 mesi e la moglie, Ivana Ferrara, a 10 anni e 10 mesi.La sentenza è arrivata poco prima delle 20 di ieri sera dopo quasi dieci ore di camera di consiglio.Pene pesanti anche per altre persone che lavoravano nella struttura. Ad esempio 9 anni e 4 mesi ai coniugi Serenella Pierfederici e Simone Ambrosiani; 3 anni a Osvaldo Salvi. Assolti Iano D’altri, Dario De Bon ed Emanuele Baroni e gli altri oltre quaranta imputati. Su 52 persone chiamate in giudizio, ne solo state condannate 5.Eusebi e Ferrara, una volta scontata la pena, dovranno trascorrere un periodo di due anni in una casa di lavoro, mentre Salvi, Pierfederici e Ambrosiani dovranno sottostare ad un periodo di due anni in libertà vigilata.

LEHMAN BROTHERS

OBBLIGAZIONI LEHMAN: AGISCI ORA CONTRO LA TUA BANCA!
Per i risparmiatori italiani (il cosiddetto parco buoi) dopo Cirio, Parmalat, Bond argentini... il fallimento Lehman e' semplicemente l'ennesimo bagno di sangue. Un perfetto lavoro di fine macelleria effettuato, con perfetta consapevolezza, dalle banche italiane!
Le banche sapevano infatti benissimo, come minimo dal primo trimestre del 2008, perche' era perfettamente documentato e riscontrabile da qualunque professionista del settore, l'elevato rischio dei titoli emessi dalla Lehman Brother, ed avrebbero dovuto informare di tale aumento del rischio sia i nuovi acquirenti di questi titoli sia chi li aveva già in portafoglio.
Ma nessuna informazione è stata fornita dalle banche ai propri clienti, quando questi avrebbero ancora benissimo potuto salvarsi!
Le banche hanno in gran parte addirittura venduto questi titoli come titoli rifugio fino alla settimana prima del crack, "giustificandosi" in mala fede con i voti dati alla Lehman Brother dalle agenzie di rating. Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Ma ora e' arrivato il momento che le banche risarciscano gli enormi danni fatti al parco buoi.
Se hai acquistato obbligazioni Lehman, agisci subito per ottenere il risarcimento. La tua banca e' infatti direttamente responsabile delle tue perdite, e deve risarcirti tutti i danni che hai subito!

LEHMAN BROTHERS

POLIZZE INDEX E UNIT LINKED CON SOTTOSTANTI LEHMAN BROTHERS

CARO RISPARMIATORE E SOTTOSCRITTORE DI POLIZZE ASSICURAZIONE SULLA VITA PENSAVI DI ESSERE RAGGIRATO E DI DOVER ASPETTARE DEGLI ANNI PRIMA DI INCASSARE UNA PARTE DEI TUOI RISPARMI?NO !!!LE BANCHE DEVONO PAGARE !!
PER ADERIRE E CONOSCERE LE AZIONI DI A.I.C.U.C. A TUTELA DEI SOTTOSCRITTORI POLIZZE INDEX E UNIT LINKED CON SOTTOSTANTI LEHMAN BROTHERS (AD ESEMPIO AVIVA PREVIDENZA multifund net.global - ZURICH MAEXTRA - CNP UNICREDIT VITA performance 5 6 7 8 9 atlantic bond ECC) E DEI SOTTOSCRITTORI DI OBBLIGAZIONI LEHMAN BROTHERS

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CRISI FINANZIARIA

Scoppia la bolla di Dubai. Anche noi a rischio?
Dubai World potrebbe assurgere alla cronaca finanziaria (e non) come la nuova Lehman Brothers, ovvero il nuovo epicentro di un’imminente grave crisi finanziaria che potrebbe abbattersi sui mercati mondiali. La potente holding pubblica degli Emirati Arabi Uniti (EAU), che controlla anche i colossi delle costruzioni e dell’energia, presenta una fortissima passività che ammonta a ben 59 miliardi di dollari, pari a circa il 70% dell’intero debito pubblico del ricchissimo stato mediorientale. Dubai World ha perciò chiesto ai suoi creditori una moratoria di almeno sei mesi sul debito, nonché la possibilità di rinegoziare le sue esposizioni a cominciare da un bond (un’obbligazione, in sostanza) da 3,52 miliardi di dollari di una società controllata, la Nakheel, che scade a metà dicembre. Secondo gli esperti di finanza una simile riorganizzazione, di fatto, prefigura un “default”, poiché il rischio di insolvenza appare piuttosto concreto. Il governo di Dubai potrebbe vedersi costretto a vendere, o meglio a svendere, la sua immobiliare internazionale per far fronte alla grave situazione. Dubai World, o meglio le sue proprietà, fanno gola a molti potenziali acquirenti sparsi per il mondo.
VENDERE SUBITO! – James Lewis, membro del “Gulf capital markets team” ha dichiarato, esplicitamente: “Noi ci aspettiamo che il governo di Dubai, al fine di raccogliere capitali, promuova a breve la vendita di immobili e, in particolare, le vendite delle loro attività italiane e britanniche”. Tra gli immobili nel “portafoglio” del gruppo, rivestono particolare valore i grandiosi edifici nei pressi di Trafalgar Square di Londra, l’hotel Mandarin Oriental a New York e il complesso Victoria & Albert Waterfront a Città del Capo, in Sud Africa. Acquisti costosissimi che hanno finito per esporre sensibilmente la società araba. Il cambio del dollaro favorevole, sui tassi di cambio della sterlina, tuttavia, potrebbe anche incoraggiare il governo di Dubai alla disperata ricerca di liquidità, a cedere entro breve tempo almeno le proprietà nel Regno Unito.
IL SOLE NON TRAMONTA MAI A DUBAI? - Il problema, che apparentemente può sembrare un’importante ma tutto sommato circoscritto episodio, limitato per lo più al piccolo Emirato sul Golfo persico, diventa “crisi finanziaria globale” nel momento in cui si considera che con Dubai World sono esposte molte banche mondiali e moltissimi investitori stranieri, sparsi per il globo. Infatti, le borse mondiali stanno cominciando ad avere perdite ingenti. Secondo Ian Standard, l’esperto di strategia monetaria di BNP Paribas: “Ci sono preoccupazioni per quanto riguarda l’entità della esposizione delle banche del Regno Unito a Dubai. La sterlina è ormai sotto pressione, da molte settimane”. Ha poi aggiunto: “ I banchieri di mezzo mondo sono molto preoccupati”. L’economia dell’ emirato del Golfo è stata duramente colpita già nel corso dell’anno passato. La crisi globale del credito, quella esplosa negli Usa, ha posto fine ad un boom che durava da ben sei anni nella regione ed ha colpito pesantemente il fiorente settore immobiliare. Molte banche nel tentativo di tranquillizzare i loro azionisti ed il mercato hanno comunicato che la loro esposizione è trascurabile. Ma gli operatori non sembra vogliano fidarsi. HSBC, RBS, Lloyds Banking Group PLC, ING Groep, Credit Agricole, Calyon, come pure Bank of Tokyo-Mitsubishi, Sumitomo Mitsui Banking Corporation, Emirates Bank e Mashreq Bank sono solo alcuni dei colossi bancari che hanno finanziato il prestito da 5,5 miliardi di dollari a DW. Impossibile, a detta degli esperti, che queste banche non risultino esposte.
ALLARME ROSSO! – Sui mercati finanziari è scattato subito l’allarme rosso, a causa dei timori per il coinvolgimento delle grandi banche proprio sulla base di una esposizione al debito dell’emirato. Rispetto a questo tema, è intervenuta Standard & Poor’s che ha messo sotto Credit Watch negativo alcuni importanti istituti finanziari della zona. La notizia shock che sta facendo tremare gli investitori di tutto il mondo, è arrivata mercoledì sera attraverso una nota ufficiale del gruppo, senza che vi fossero commenti, né del presidente Ahmed bin Sulayem né dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, presidente della compagnia aerea Emirates, celebre non solo per il suo motto: “The Sun never sets on Dubai World” (il Sole non tramonta mai su Dubai World) ma anche per avere manifestato di recente interesse per l’acquisto di grandi club di calcio, nell’ordine: Liverpool, Roma e, si dice, anche il Milan di Silvio Berlusconi, oltre al già sponsorizzato Arsenal. Dubai World attraverso Nakheel è il gruppo che sta costruendo la famosa isola artificiale delle tre palme e che con il fondo Limitless, lo scorso anno, è stata vicina ad acquistare da Risanamento l’ex area Falck di Sesto San Giovanni. Il governo dell’emirato sta pagando un prezzo altissimo alla crisi e in particolare a quella del settore immobiliare: aveva già annunciato in passato di avere un debito di 80 miliardi di dollari, di cui 70 miliardi originato dalle aziende pubbliche, in buona parte attive nel settore immobiliare. Per tamponare la falla, il governo del Dubai aveva annunciato ad inizio anno un vasto programma di emissioni obbligazionarie da 20 miliardi, ma adesso la situazione sembra essere diventata più che drammatica. Adesso, con ogni probabilità, dovrà vendere al miglior offerente tutti i suoi preziosi immobili.
GET ME OUT OF DUBAI! - A fidarsi degli arabi, non sono stati solo i grandi istituti bancari. Tra gli investitori di Nakheel troviamo persino molte star del cinema, della musica e del mondo del calcio tra cui: i calciatori David Beckham, Michael Owen, Joe Cole. Gli attori Brad Pitt ed Angelina Jolie e Denzel Washington. Lo scomparso re della pop music Michael Jackson e persino la modella glamour Naomi Campbell. In queste ore, il loro grido di dolore, strillato nelle orecchie dei loro manager e promotori finanziari, sembra sia eloquente: “Get me out of Dubai!” (Tiratemi fuori da Dubai)!

sabato 20 settembre 2008

CANONE RAI

COME SOPRAVVIVERE SENZA
Il c.d “Canone RAI” è il tributo dovuto allo Stato per la proprietà dell’apparecchio televisivo.
E’ dovuto anche se si è proprietari di un televisore non funzionante.
Ecco cosa fare per uscire da questo “circolo vizioso”.
LA CESSAZIONE DEL CANONE RAI
La cessazione può essere effettuata in qualsiasi periodo dell'anno, se fatta entro e non oltre il mese di novembre vale dal gennaio dell'anno successivo.
COME PROCEDERE.
SE POSSEDETE IL LIBRETTO DI ABBONAMENTO ALLA RAI:
Effettuate il pagamento di euro 5,16 mediante vaglia postale intestato a
"Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 - SAT Sportello abbonamenti TV - Cas. Post. 22 - 10121 Torino"
indicando sulla causale di versamento:
"Intendo far suggellare il mio televisore ed indico il numero del mio abbonamento n........................".
Compilate e spedite la cartolina "D" - DENUNCIA DI CESSAZIONE DELL' ABBONAMENTO, assieme alla copia della ricevuta del vaglia postale per mezzo di lettera Raccomandata A.R..
Conservate con cura il vecchio libretto e tutti i documenti relativi alla pratica.
SE NON SI POSSEDETE PIU' IL LIBRETTO DI ABBONAMENTO ALLA RAI:
Effettuate il pagamento e spedite la seguente raccomandata assieme alla ricevuta del vaglia postale.
“Spett. "Agenzie delle entrate Ufficio Torino 1 - SAT Sportello abbonamenti TV - Cas. Post. 22 - 10121 Torino"
Il sottoscritto chiede la cessazione del Canone TV e, pertanto, concede autorizzazione - a voi o alla Guardia di Finanza in vostra vece - ad accedere alla propria residenza per far suggellare il televisore tipo.............................................................(N° di Ruolo .......................... ........................) detenuto presso la propria residenza ed unica dimora. A tale scopo ha corrisposto l'importo di euro 5,16 a mezzo vaglia postale n° ....................... del ....../......./...... (allega in copia la ricevuta del versamento) sul quale ha indicato il numero di ruolo dell'abbonamento. Dichiara altresì di non essere più in possesso del libretto di abbonamento e di non possedere altri televisori. Dichiara altresì - a quanto gli è dato sapere - che gli appartenenti al suo nucleo familiare hanno unica dimora presso la sua residenza e che non posseggono altri televisori. Allega fotocopia proprio documento identità. E' edotto delle sanzioni penali previste dall'articolo 76 del TU sulla documentazione amministrativa (DPR 28/12/2000 n.445) nel caso di mendaci dichiarazion, falsita' negli atti, uso e esibizione di atti falsi o contenenti dati non piu' rispondenti a verita', sotto la sua personale responsabilita'
Cognome ........................................................... Nome...........................................................
Via ..................................................... Città ..................................................... CAP .............
Telefono............................................
Data .....................................
Firma .........................................”.
Conservate con cura tutti i documenti.
A questo punto, un funzionario SAT, o la Guardia di Finanza su incarico della SAT, dovranno concordare con voi un appuntamento, suonare il campanello di casa vostra per chiedervi il televisore da infilare nel sacco di iuta.
Indicate il televisore da suggellare e mostrare al funzionario SAT o alla Guardia di Finanza, che nelle altre stanze della vostra abitazione non ci sono altri televisori.
Se non viene nessuno comunque voi siete a posto, avendo ottemperato a tutto quanto previsto dalla normativa vigente, e non siete tenuti a pagare il canone.
Per contenzionsi in corso con la RAI icuc@libero.it

venerdì 19 settembre 2008

T - RED

GIALLO AL SEMAFORO TROPPO BREVE (MENO DI UN SECONDO)
SEQUESTRATI GLI APPARECCHI CHE REGOLANO IL TEMPO DEI SEMAFORI
E MULTANO GLI AUTOMOBILISTI.
Per la magistratura esisterebbe un cartello per il controllo delle forniture ai comuni di telecamere ai semafori
È lo sviluppo dell´inchiesta che aveva portato, a ottobre, al sequestro degli apparecchi che regolano il tempo dei semafori e fotografano gli automobilisti che passano con il rosso. In manette è finito Raoul Cairoli, amministratore della Citiesse, titolare anche della fornitura di un notissimo e diffuso apparecchio autovelox il C – 2.
Tra gli indagati anche sette comandanti dei vigili e due responsabili di polizia locale.
Da contestare perché nulle tutte le relative multe.
Per informazioni icuc@libero.it

In arrivo a Trani T-red e autovelox
Un bando per il noleggio di 4 sistemi digitali di rilevamento automatico di infrazione.
Valore stimato tre milioni di euro.

Dall’inizio del prossimo anno, in città, saranno posizionate quattro postazioni periferiche per la rilevazione di infrazioni al nuovo codice della strada. Nello specifico, si parla di due dispostivi fissi adibiti al rilevamento delle infrazioni da limiti di velocità e due, i, adibiti al e al passaggio con semaforo rosso (i c.d. T-red).
È quanto ha deciso l’amministrazione che ha redatto un bando di gara ad hoc, pubblicato on line sul sito comunale del valore di tre miloni di euro.

Le Associazioni dei consumatori contestato le multe fatte dai T-Red ed hanno chiesto un intervento al Ministero dell'Interno.

Il problema che maggiormente si è riscontrato per chi guida è quello del «giallo-lampo che diventava subito rosso».

Per ulteriori informazioni icuc@libero.it


A TRANI MULTE IN AUMENTO
INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE DE FEUDIS

«Tra i numerosi disagi arrecati ai cittadini vi è un clamoroso, e per certi versi inspiegabile, aumento delle sanzioni amministrative da parte dei Vigili Urbani che assume i contorni di una vera e propria tassazione.Nel 2003, infatti, gli introiti per sanzioni amministrative ammontavano a circa 400,000 euro a fronte di 11.019 infrazioni, nel 2004 a circa 950,000 a fronte di 7104 infrazioni, nel 2005 a circa 1.000.000 .Cosa succede: i vigili prima omettevano di multare i trasgressori; oppure gli automobilisti sono diventati piu’ indisciplinati; o si tratta di una scelta politica per reperire maggiori risorse finanziare?L’amministrazione, per recuperare le sanzioni amministrative non pagate, ha deciso, peraltro, di avvalersi di una società esterna che per una semplice raccomandata percepisce i seguenti compensi:a)15% oltre IVA sulle somme effettivamente incassate;b)euro 8 oltre iva per costo istruzione di ogni pratica.Queste due voci sono interamente a carico del contribuente; per il Comune, invece, il costo è di euro 5 oltre iva per ogni pratica negativa.Il contribuente, quindi, per una multa di 400 euro sborsa l’importo di oltre 80 euro di spese (circa il 20%). Importo che viene incassato dalla società di recupero crediti per l’invio, ripetiamo, di una semplice raccomandata.Evidenziamo, inoltre, che altri comuni prevedono la possibilità di concedere una rateizzazione delle sanzioni pecuniarie accertate dai vigili urbani per infrazioni stradali.Tale circostanza è prevista dall’articolo 26 della legge 689/81 che ammette il beneficio del pagamento rateale delle sanzioni pecuniarie in rate mensili da tre a 30 in presenza di condizioni economiche disagiate.Tale principio può essere applicato anche alle infrazioni derivanti dal codice stradale come già evidenziato da diverse Prefetture (confronta Prefettura di Ancona - circolare 988 del 07/12/2005) che ritengono sia competente a determinarsi, sull’eventuale richiesta di rateizzazione, l’amministrazione comunale.Per quanto innanzi si chiede di conoscere:1)A quale causa deve imputarsi l’aumento vertiginoso delle infrazioni accertate2)Se l’amministrazione non ritiene di risolvere il contratto con la società che recupera le multe non pagate visto l’elevato costo del servizio che ricade sul contribuente (cosa serve far risparmiare 20 euro sulla TARSU se poi gli si fa pagare 80 euro per una semplice raccomandata)3)Se l’amministrazione non ritenga di dover prevedere una dilazione nel pagamento per tutti quei casi di cittadini in condizioni economiche disagiate evitando loro di rivolgersi al Giudici di Pace al fine di evitare costi aggiuntivi.»Capogruppo Consiliare IDVSebastiano de Feudis”

Per contestare le multe icuc@libero.it